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INTRODUZIONE


I1

Della differenza tra conoscenza pura ed empirica.

Non c’è dubbio che ogni nostra conoscenza incomincia con l’esperienza; da che infatti la nostra facoltà conoscitiva sarebbe altrimenti stimolata al suo esercizio, se ciò non avvenisse per mezzo degli oggetti che colpiscono i nostri sensi, e, per un verso, danno origine da sè a rappresen-



  1. La 1ª ediz. divideva l’introduzione solo in due paragrafi: I. Idea della filosofia trascendentale, II. Partizione alla filosofia trascendentale; e al posto dei primi due paragrafi di questa 2ª ediz., aveva questi pochi periodi:

    «L’esperienza è, fuori di dubbio, il primo prodotto che dà il nostro intelletto mettendosi ad elaborare la materia greggia delle sensazioni. Ed è, appunto per ciò, il primo ammaestramento, e nel suo procedere fonte così inesauribile di nuovi insegnamenti, che la vita concatenata di tutte le future generazioni non avrà mai difetto di nuove conoscenze che possano essere raccolte su questo terreno. Tuttavia, è ben lungi dall’essere l’unico campo nel quale il nostro intelletto venga circoscritto. Essa ci dice bensì ciò che è, ma non che così e non altrimenti debba necessariamente essere. Per ciò appunto non ci dà nè anche una vera universalità; e la ragione, così avida di questa specie di conoscenze, è dalla esperienza più eccitata che soddisfatta. Tali conoscenze universali, che abbiano a un tempo il carattere della necessità intrinseca, debbono esser indipendenti dall’esperienza, chiare e certe per se stesse; quindi prendono il nome di conoscenze a priori, laddove, al contrario, ciò che scaturisce esclusivamente dall’esperienza è, come si suol dire, conosciuto soltato a posteriori o empiricamente.

    Ora è chiaro, ed è sommamente degno di nota, che mescolate alle nostre esperienze si trovano conoscenze, che debbono avere la loro origine a priori, le quali forse servono solamente a tenere insieme le nostre rappresentazioni sensi-