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prefazione alla seconda edizione 27

parenza1 senza qualche cosa che in essa appaia. Ora, supposto che non fosse punto fatta la distinzione, fatta necessariamente dalla nostra critica, delle cose come oggetti dell’esperienza dalle medesime come cose in sè, ne nascerebbe la conseguenza, che il principio di casualità, e con esso il meccanismo naturale, nella determinazione delle cose dovrebbe valere per tutte le cose stesse in generale, come cause efficienti. Dello stesso ente, dunque, come per es., dell’anima umana, io non potrei dire che la sua volontà sia libera e che sia a un tempo soggetta alla necessità naturale, cioè che non sia libera, senza cadere in una contraddizione manifesta; giacchè in ambedue le proposizioni, avrei preso l’anima nell’identico significato, cioè come cosa, senz’altro (cosa in se stessa); e senza una critica precedente non avrei potuto prenderla diversamente. Ma se la critica non ha errato quando c’insegna a prendere l’oggetto in un duplice significato, cioè come fenomeno o come cosa in sè; se è esatta la sua deduzione dei concetti dell’intelletto; e se inoltre anche il principio di causalità conviene solo alle cose nel primo senso, in quanto cioè sono oggetti dell’esperienza, ma le cose nel secondo significato non sono soggette a tale principio; allora la stessa volontà è pensata nel fenomeno (azione visibile) come necessariamente conforme alla legge naturale e pertanto non libera; e pure d’altra parte, in quanto appartenente a una cosa in sè, è pensata come non soggetta a quella, e quindi libera, senza che in ciò vi sia contraddizione. Ora, sebbene io non possa conoscere la mia anima, considerata sotto il secondo rispetto, per mezzo della ragione speculativa (e tanto meno per osservazione empirica), e perciò nemmeno la libertà come proprietà di un essere, al quale attribuisco azioni nel mondo sensibile, giacchè dovrei conoscere un tale essere determinato nella sua esistenza e pur fuori del tempo (la qual cosa è impossibile, non po-



  1. Erscheinung = apparenza, o fenomeno, come sarà pure tradotto per solito.