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10 prefazione alla prima edizione

bene si riferiscano a scopi secondari, a fin di prevenire in tempo l’influenza che anche un minimo scrupolo del lettore potrebbe esercitare in seguito sul suo giudizio intorno allo scopo principale.

Io non conosco ricerche relative allo studio della facoltà, che noi chiamiamo intelletto, e insieme, alla determinazione delle regole e dei limiti del suo uso, più importanti di quelle che io ho istituite sotto il titolo di Deduzione dei concetti puri dell’intelletto, nel II capitolo dell’Analitica trascendentale; ed esse mi son costate la maggiore, e, spero, non inutile fatica. Ma questa trattazione alquanto approfondita ha due parti. L’una riguarda gli oggetti dell’intelletto puro, e deve stabilire e spiegare la validità oggettiva de’ suoi concetti a priori; e rientra appunto perciò essenzialmente nei miei fini. L’altra passa a considerare lo stesso intelletto puro secondo la sua possibilità e i poteri conoscitivi su cui esso si fonda, per studiarlo quindi nel rapporto soggettivo; e, sebbene questa esposizione sia d’importanza vitale per lo scopo principale della mia opera, non ne fa tuttavia parte essenziale, perchè la questione principale rimane sempre quella: «che cosa, e fin dove, l’intelletto e la ragione, all’infuori d’ogni esperienza, possono conoscere?»; e non già: «com’è possibile la stessa facoltà di conoscere?». Poichè quest’ultima è quasi la ricerca della causa di un dato effetto, e perciò ha in sè qualcosa che somiglia ad una ipotesi (sebbene, in realtà, la cosa non stia proprio così, come mostrerò in altra occasione), così pare che qui sia il caso di prendermi libertà di opinare, e di lasciare al lettore la stessa libertà di opinare altrimenti. Al qual proposito devo richiamare alla mente del lettore, che se la mia deduzione soggettiva non produce in lui quel pieno convincimento che io mi spero, tuttavia quella oggettiva, alla quale principalmente io miro, mantiene tutta la sua forza, come, in ogni caso, è sufficientemente dimostrato da ciò che è detto a pag. 92 e 931.



  1. Della stessa 1ª ediz. tedesca. L’A. si riferisce al Passaggio alla deduzione trascendentale delle categorie, in principio.