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prefazione alla prima edizione 9

mi attengo semplicemente alla ragione stessa e al suo pensiero puro, per la compiuta conoscenza dei quali non devo cercar lontano intorno a me, poichè li trovo in me stesso; di che anche la logica comune mi offre già un esempio: che cioè tutte le sue operazioni semplici si possono enumerare completamente e sistematicamente; soltanto che qui sorge la questione sin dove possa io sperare con esse di conchiuder qualcosa, quando mi venga tolta ogni materia ed appoggio dell’esperienza.

Tanto basta circa la compiutezza per il raggiungimento di ciascuno dei fini, e circa la precisione per il raggiungimento dei fini tutti nel loro insieme; i quali non ci sono imposti da un disegno arbitrario, ma dalla natura della stessa conoscenza, materia della nostra ricerca critica.

Resta a dire della certezza e della chiarezza, due punti che riguardano la forma, come requisiti essenziali che si posson pretendere da un autore che si accinge a un’impresa così lubrica.

Per ciò che riguarda la certezza, mi sono imposto una legge, che cioè in questa specie di considerazioni non è permesso a nessun patto opinare, e tutto ciò che, anche lontanamente, in esse somigli a un’ipotesi, è merce proibita, che non può essere venduta nè anche al prezzo più vile, ma, appena scoperta, dev’essere sequestrata. Giacchè quello che annunzia ogni conoscenza che deve valere a priori, è che essa vuol essere assolutamente necessaria: tanto più una determinazione di tutte le conoscenze pure a priori, la quale deve essere l’unità di misura e perciò anche l’esempio di ogni certezza apodittica (filosofica). Se poi in questo punto ho mantenuto ciò a cui mi sono impegnato, resta interamente rimesso al giudizio del lettore, poichè all’autore spetta solamente di presentare le sue ragioni, e non di giudicare dell’effetto di esse su’ suoi giudici. Tuttavia, affinchè non vi sia nessuna causa innocente d’indebolimento delle medesime, gli sia permesso di indicare egli stesso quei passi, che potrebbero dar luogo a qualche diffidenza, seb-