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prefazione a questa traduzione
xix


V

Questi appunti, cui dà luogo un lavoro tanto accurato, gioveranno forse a procurare un po’ d’indulgenza alle mende, che si potranno trovare in questa nuova traduzione italiana; quantunque l’amico mio Giuseppe Lombardo-Radice, — che la condusse fino al principio della «Nota alle Anfibolie dei concetti di riflessione» (pag. 260), e l’avrebbe condotta egli stesso a termine, se nel terremoto di Messina del 28 dicembre non avesse perduto tutti i suoi libri e le sue carte, e smarrito l’animo di riprendere subito e continuare alacremente un’opera così faticosa, che era già molto innanzi e gli venne troncata tra mano e in molta parte distrutta, — e, dopo di lui, io sottentratogli pel resto del lavoro, fin d’allora in corso di stampa, non abbiamo risparmiato cure per dare agli studiosi italiani una traduzione, che riunisse alla maggiore possibile chiarezza e italianità di forma una fedeltà scrupolosa allo stile di Kant.

Il testo, da noi adoperato, è quello del Vorländer, preferito per la sua comodità e pel diligente glossario della terminologia della Critica, utile a chi voglia rendere questa terminologia con precisione, confrontando i varii luoghi in cui ciascun termine ricorre. E però col Vorländer diamo il testo della 2ª edizione, e in nota tutte le varianti della 1ª, rimandando a un’appendice, che verrà in fondo al secondo volume, i due lunghi brani della 1ª, concernenti la «Deduzione dei concetti puri dell’intelletto» e i «Paralogismi della ragion pura»; poichè non vedemmo l’utilità del metodo seguito dall’Erdmann nella sua 5ª edizione, di farli correre per parecchie pagine sotto al testo corrispondente della 2ª edizione. Ma la lezione del Vorländer, nella revisione del lavoro, abbiamo sempre collazionata col testo delle edizioni dell’Accademia di Berlino.

Palermo, 10 luglio 1909.

G. G.