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168 LOGICA TRASCENDENTALE

è pensato in generale, non sono così diversi ed eterogenei da quelli che rappresentano l’oggetto in concreto, come esso è dato, non è necessaria una discussione speciale intorno all’applicazione dei primi al secondo.

Ora è chiaro che ci ha da essere un terzo termine, il quale dev’essere omogeneo da un lato colla categoria e dall’altro col fenomeno, e che rende possibile l’applicazione di quella a questo. Tale rappresentazione intermediaria deve essere pura (senza niente di empirico), e tuttavia, da un lato, intellettuale, dall’altro sensibile. Tale è lo schema trascendentale.

Il concetto dell’intelletto contiene l’unità sintetica pura del molteplice in generale. Il tempo, condizione formale del molteplice del senso interno, quindi dell’unificazione di tutte le rappresentazioni, contiene un molteplice a priori nella intuizione pura. Ora una determinazione trascendentale di tempo è omogenea alla categoria (che ne costituisce la unità), in quanto è generale, e poggia sopra una regola a priori. Ma dall’altro lato, é omogenea al fenomeno, in quanto il tempo è contenuto in ciascuna rappresentazione empirica del molteplice. Quindi un’applicazione delle categorie a fenomeni sarà possibile mediante la determinazione trascendentale del tempo, la quale, come schema dei concetti dell’intelletto, media la sussunzione dei fenomeni alla categoria.

Dopo quello ch’è stato dimostrato nella Deduzione delle categorie, nessuno, è sperabile, esiterà a risolversi nella questione, se questi concetti puri dell’intelletto sieno di uso semplicemente empirico, o anche di uso trascendentale; cioè, se si riferiscano a priori soltanto a fenomeni, come condizioni di una esperienza possibile, o se invece possano estendersi come condizioni della possibilità delle cose in generale, ad oggetti in se stessi (senza alcuna restrizione alla nostra sensibilità). Poichè quivi noi abbiam visto, che concetti sono affatto impossibili, nè possono avere un qualsiasi significato, ove non sia dato o a loro, o almeno agli elementi di cui constano, un oggetto; e che perciò non