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162 logica trascendentale

supposta un condizione, sarebbe falso, qualora riposasse su una necessità soggettiva, arbitraria e innata in noi, di unire certe rappresentazioni empiriche secondo un tale regola di relazione. Io non potrei dire: l’effetto è collegato con la causa nell’oggetto (cioè, necessariamente); ma: io sono così fatto da non poter pensare questa rappresentazione se non così collegata; che è proprio ciò che più desidera lo scettico; giacchè allora tutta la nostra convinzione, fondata nel supposto valore oggettivo dei nostri giudizi, non è altro che una semplice illusione, e non mancherebbero di quelli, che di sè non confesserebbero questa necessità (che deve esser sentita): per lo meno non si potrebbero fare contestazioni a nessuno su ciò, che è fondato solo sulla maniera in cui ciascun soggetto è organizzato.


CONCETTO SOMMARIO DI QUESTA DEDUZIONE

Essa è l’esposizione dei concetti puri dell’intelletto (e perciò di tutta la conoscenza teoretica a priori), come principii della possibilità dell’esperienza, ma di questa come determinazione dei fenomeni nello spazio e nel tempo in generale; — e, infine, di questa determinazione in virtù del principio dell’unità sintetica originaria dell’appercezione, in quanto forma dell’intelletto in rapporto allo spazio e al tempo, forme originarie della sensibilità.

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Sin qui ritenni necessaria la divisione in paragrafi, giacchè avevamo che fare con concetti elementari. Ora per altro che ci accingiamo a mostrarne l’uso, la trattazione potrà proseguire senza di essa, in un nesso continuato.