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160 logica trascendentale

spazio e nel tempo. Le leggi particolari, poichè riguardano fenomeni empiricamente determinati, non possono quindi esser desunte esclusivamente dalle categorie, sebbene sottostieno tutte alle categorie. Deve intervenire l’esperienza per imparare a conoscer queste leggi in generale; ma intorno all’esperienza in generale e a quel che può esser conosciuto come suo oggetto, soltanto quelle leggi a priori danno lume.


§ 27.

Risultato di questa deduzione
dei concetti dell’intelletto.

Noi non possiamo pensare alcun oggetto, se non per le categorie; nè possiamo conoscere un oggetto pensato, se non per intuizioni che corrispondano a quei concetti. Ora, tutte le nostre intuizioni sono sensibili, e questa conoscenza in quanto l’oggetto suo è dato, è empirica. Ma la conoscenza empirica è esperienza. Dunque, non è possibile nessuna conoscenza a priori, se non unicamente di oggetti di esperienza possibile1.

Se non che questa conoscenza, che è limitata semplicemente ad oggetti dell’esperienza, non è perciò derivata tutta dall’esperienza; ma sì le intuizioni pure, sì i concetti puri dell’intelletto sono elementi della conoscenza, che si trovano in noi a priori. Ecco dunque due vie, per le quali si può pensare un accordo necessario dell’esperienza coi



  1. Affinchè non si urti in maniera precipitata nelle conseguenze pregiudizievoli ed inquietanti di questo principio, voglio ricordare che le categorie nel pensiero non sono vincolate dalle condizioni della nostra intuizione sensibile, ma hanno un campo illimitato; e solamente la conoscenza di ciò che pensiamo, la determinazione dell’oggetto, ha bisogno di una intuizione; laddove, la mancanza di questa, il pensiero dell’oggetto può del resto aver sempre le sue conseguenze vere ed utili nell’uso che il soggetto fa della ragione, e che non si può ancora qui trattare, poichè non sempre esso è indirizzato alla determinazione dell’oggetto, ma anche a quella del soggetto e del suo volere. (N. di K.)