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analitica dei concetti 153

successivamente determiniamo il senso interno, e quindi alla successione di questa determinazione in esso. Il moto, come operazione del soggetto (non come determinazione dell’oggetto)1, e perciò sintesi del molteplice nello spazio — se astragghiamo da questo e consideriamo soltanto quell’operazione, per cui determiniamo il senso interno secondo la sua forma — genera anche primieramente il concetto di successione. L’intelletto dunque non trova nel senso interno una siffatta unificazione del molteplice già pronta, ma la produce, in quanto esso lo modifica. Ma in che modo l’Io che pensa differisce dall’Io che intuisce se stesso (in quanto posso rappresentarmi ancora un’altra maniera di intuire, almeno come possibile), pur formando con questo tutt’uno con lo stesso soggetto; in che modo perciò io possa dire: io, come intelligenza e soggetto pensante, conosco me stesso come oggetto pensato — in quanto io sono anche dato a me nell’intuizione, solo come gli altri fenomeni, cioè non come io sono innanzi all’intelletto, ma come apparisco a me — è un problema che non presenta in sè nè maggiori, nè minori difficoltà, che non ne presenti il come io possa essere a me stesso un oggetto in generale, e un oggetto di intuizione e di percezioni interne. Ma che tuttavia debba veramente essere così, se si prende lo spazio per una semplice forme pura dei fenomeni dei sensi esterni, può esser chiaramente dimostrato da questo: che noi non ci possiamo rappresentare il tempo, che pure non è per nulla oggetto di intuizione esterna, altrimenti che sotto l’immagine simbolica di una linea intanto che la tracciamo; che senza questa maniera di presentarcelo non potremmo conoscere l’unità della sua



  1. Il movimento di un oggetto nello spazio non appartiene ad una scienza pura, e perciò nemmeno alla geometria; poichè non si può conoscere a priori, ma solo per mezzo dell’esperienza che qualche cosa si muove. Ma il movimento come descrizione di uno spazio è un atto puro della sintesi successiva del molteplice nell’intuizione esterna in generale, mediante l’immaginazione produttiva, e non appartiene solo alla geometria, ma anche alla filosofia trascendentale (N. di K.)