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134 logica trascendentale

non connessi per sè nell’intelletto, come connessi tuttavia necessariamente nell’oggetto, e non essendogi caduto in mente che l’intelletto, con questi concetti, fosse per avventura esso il creatore dell’esperienza, nella quale son dati i suoi oggetti, li derivò, costretto da necessità, dall’esperienza (cioè da una subbiettiva necessità derivante dalla frequente associazione dell’esperienza, necessità che viene alla fine falsamente tenuta per obbiettiva, e cioè dall’abitudine); ma in ciò si condusse molto coerentemente, poichè dichiarò impossibile oltrepassare coi concetti e coi principii fondamentali, cui essi dan luogo, i confini dell’esperienza. Ma la derivazione empirica, a cui entrambi ricorsero, non può conciliarsi con l’esistenza effettiva delle conoscenza scientifiche a priori, che noi pur possediamo, cioè della matematica pura e della fisica generale, e vien perciò contraddetta dal fatto.

Il primo di questi due uomini illustri diede libero accesso alla fantasticheria, poichè la ragione, se ha dalla sua il diritto, non si lascia più tenere nei cancelli con vaghi consigli di moderazione; il secondo si abbandonò interamente allo scetticismo, poichè credette di avere scoperto che quella che prendiamo universalmente per ragione è una illusione della nostra attività conoscitiva. — Il nostro pensiero ora è di fare il tentativo di vedere, se si possa felicemente trarre la ragione umana da questi due scogli, determinare i precisi suoi limiti, pur conservando aperto per lei tutto il campo della sua attività utile.

Ma prima voglio ancora soltanto premettere la definizione delle categorie. Esse sono concetti di un oggetto in generale, onde l’intuizione di esso è considerata come determinata rispetto a una della funzioni logiche del giudicare. Così la funzione del giudizio categorico era quella del rapporto del soggetto col predicato: per es., tutti i corpi sono divisibili. Soltanto, rispetto al puro uso logico dell’intelletto, rimane indeterminato a quale dei due concetti sia da attribuirsi la funzione di soggetto e a quale