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logica trascendentale
 


§ 14.

Passaggio alla deduzione trascendentale delle categorie.

Vi sono soltanto due casi possibili, nei quali la rappresentazione1 sintetica e i suoi oggetti possono incontrarsi e riferirsi scambievolmente tra loro in una maniera necessaria e quasi convenire: o che l’oggetto renda possibile la rapprsentazione, o che questa l’oggetto. Se si ha il primo caso, il rapporto è solamente empirico, e la rappresentazione non è mai possibile a priori. E questo è il caso del fenomeno rispetto a ciò che inesso appartiene alla sensazione. Ma se si ha il secondo, poichè la rappresentazione in se stessa (giacchè qui non si parla della sua causalità mediante il volere) non produce l’oggetto suo oggetto da conoscere. Ma ci sono due condizioni, in cui soltanto è possibile la conoscenza d’un oggetto; prima l’intuizione, per la quale l’oggetto è dato, ma solo come fenomeno, e in secondo luogo il concetto, ond’è pensato un oggetto corrispondete a questa intuizione. Ed è chiaro da ciò che precede, che la prima condizione, cioè quella per la quale gli oggetti possono essere intuiti, sta nello spirito, a priori, a fondamento di essi oggetti. Con questa condizione formale della sensibilità s’accordano dunque necessariamente tutti i fenomeni, poichè solo per essa appariscono, cioè possono essere intuiti empiricamente, e dati. Ora si tratta di sapere, se non precedano anche concetti a priori, come condizioni in cui solamente sia possibile che qualcosa, sebbene non intuito, venga tuttavia pensato come oggetto in generale;



  1. Vorstellung. Ma K. adopera questo termine per designare ogni atto di conoscenza in quanto atto del soggetto, in contrapposto all’oggetto.