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prefazione a questa traduzione xiii

l’appendice il posteriore processo di rielaborazione del pensiero kantiano; e parendo, per contro, al secondo, che la seconda redazione rappresenti, secondo la mente dello stesso Kant, la vera forma dell’opera sua; la forma, in cui l’opera fu letta sempre durante i primi cinquant’anni, ossia durante tutto quel periodo della filosofia classica, di cui la Critica segna l’inizio1. Ora è evidente che entrambi questi punti di vista sono egualmente ragionevoli e accettabili; e che però non c’è una ragione per preferire assolutamente un metodo all’altro. L’importante è che, in un modo o nell’altro, si renda possibile lo studio di tutte le differenze tra le due edizioni fondamentali. Ciò che non pare a niun patto accettabile filologicamente, è il partito adottato dagli ultimi traduttori francesi; i quali dànno nel testo l’edizione 1781 con tutte le aggiunte dell’edizione 1787, ma pongono in nota i rifacimenti, che nella 2ª corrono parallelamente ai rispettivi luoghi della 1ª edizione: costituendo così arbitrariamente un testo, che non è nè quello della 1ª edizione, nè quello della 2ª2.

La questione del testo di Kant ha dato bensì anche da fare a causa della scorrezione tipografica delle edizioni curate dallo stesso Kant. Onde è nata una già ricca letteratura di recensioni, che ora emendano errori evidenti, ora propongono congetture più o meno dubbie. Fin dal 1794, nel libro del Mellin Marginalien und Register zu Kants Kritik der reinen Vernunft3, si dava un lungo elenco degli errori di stampa della Critica; e un altro lungo indice ne dava l’anno appresso il dott. Grillo nel Philosophischen



  1. V. Erdmann, Vorr. alla 3ª ediz. della sua Kants Kritik ecc. e Kehrbach, Replik gegen des Hrn. Privatdocentes B. Erdmanns Recensions meiner Ausgabe der Kant Kr. d. r. V.; zugleich eine kurze Charakteristik des allerneuesten Studiums der sogenannt, Kantphilologie, in Ztschr. f. Phil. u. phil. Krit. Bd. LXXII.
  2. A torto di aver seguito la «disposition adoptée par B. Erdmann dans sa cinquième édition» (p. xxii). Perchè nella 5ª ediz. l’Erdmann mette tutto da una parte, sopra, il testo della 2ª ediz., e sotto, soltanto la varianti della 1ª.
  3. Rist. da L. Goldschmidt, Gotha, 1900.