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124 logica trascendentale

tegorie, per loro dovevano tuttavia valere come concetti a priori degli oggetti; nel qual caso il numero di categorie crescerebbe; ciò che non è possibile. A questi concetti accenna la famosa proposizione degli scolastici, quodlibet ens est unum, verum, bonum. Ora, benchè veramente l’uso di questo principio rispetto alle conseguenze (che diedero mere frasi tautologiche) abbia avuto un valore così miserevole, che ai tempi nostri quasi solo per convenienza si deve farne menzione nella metafisica; tuttavia un pensiero, che ha resistito sì lungo tempo, per vuoto che sembri, merita sempre una ricerca della sua origine, e giustifica la supposizione che abbia il proprio fondamento in qualche regola dell’intelletto, la quale sia stata soltanto, come spesso accade, falsamente interpretata. Questi presunti predicati trascendentali delle cose non sono altro che esigenze logiche e criteri di ogni conoscenza delle cose in generale, e riposano sulle categorie della quantità, ossia della unità, pluralità e totalità; solo che queste categorie, le quali si sarebbero dovute prendere propriamente nel significato materiale, come appartenenti alla possibilità delle cose stesse, gli antichi le adoperavano in realtà solo in un valore formale, come appartenenti all’esigenza logica nel riguardo di ogni conoscenza; e nondimeno di questi criteri del pensiero facevano inavvertitamente proprietà delle cose in se stesse. In ogni conoscenza cioè d’un oggetto l’unità del concetto che si può chiamare unità qualitativa, — in quanto in esso è pensata solo l’unità dell’insieme del molteplice della conoscenza, — è qualche cosa di simile all’unità del tema in un dramma, in un’orazione, in una favole. In secondo luogo, la verità delle conseguenze. Più sono le conseguenze vere di un concetto dato, più sono le prove della sua realtà oggettiva. Questo si potrebbe chiamare la molteplicità qualitativa delle note, che appartengono a un concetto come principio comune (e che non sono in esso concepite come quantità). In terzo luogo, finalmente, la perfezione; la quale consiste in ciò, che questa molteplicità è alla sua volta ricon-