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analitica dei concetti 123

tutti i giudizi disgiuntivi la loro sfera (l’insieme di tutto ciò che è in essi contenuto) vien rappresentata come un tutto diviso in parti (i concetti subordinati); e poichè non si può ridurre nessuna di queste parti sotto l’altra, esse vengono pensate come vicendevolmente coordinate, non subordinate; per modo che si determina l’una con l’altra non in un senso solo, come in una serie, ma vicendevolmente, come in un aggregato (posto un membro della divisione, tutti gli altri sono perciò esclusi, e viceversa).

Ora quando un simile concatenamento vien pensato in una totalità di cose, allora una di esse, non è subordinata, come effetto, all’altra, quale causa della sua esistenza, ma insieme anche e reciprocamente coordinata come causa rispetto alla determinazione della altre (come in un corpo, le cui membra si collegano scambievolmente l’uno con l’altro, e l’uno con l’altro si contrastano); ed è questa una specie di unione affatto diversa da quella che si trova nel semplice rapporto di causa e di effetto (di principio e di conseguenza), dove la conseguenza non determina alla sua volta il principio, e perciò (come nel caso del creatore e del mondo) non forma con essa un tutto. Lo stesso procedimento che l’intelletto osserva quando si rappresenta la sfera d’un concetto diviso, lo osserva pure quando pensa una cosa come divisibile; e come i membri della divisione nel primo si escludono l’un l’altro, e tuttavia sono collegati in una sfera, così l’intelletto pone le parti della seconda come tali, la cui esistenza (come sostanza) deriva a ciascuna esclusivamente dalle altre, e pure sono insieme unite in un tutto.


§ 12.

Ma nella filosofia trascendentale degli antichi si trova ancora un capitolo, che comprende i concetti puri dell’intelletto; i quali, sebbene non fossero annoverati fra le ca-