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116 logica trascendentale

SEZIONE TERZA

Dei concetti puri dell’intelletto o categorie.


§ 10.

Come è gia stato detto parecchie volte, la logica generale astrae da tutto il contenuto della conoscenza, e aspetta quindi che le rappresentazioni le siano date dondechessia, per trasformarle in concetti; il che ha luogo analiticamente. La logica trascendentale, al contrario, trova dinanzi a sè il molteplice della sensibilità a priori, che l’estetica trascendentale le presenta per dare una materia ai concetti puri dell’intelletto; senza la quale essa sarebbe priva di qualsiasi contenuto, e perciò assolutamente vuota. Ora, lo spazio e il tempo contengono il molteplice dell’intuizione pura a priori, ma fanno tuttavia parte di quelle condizioni della recettività del nostro spirito, nelle quali soltanto questo può accogliere le rappresentazioni degli oggetti, e che non possono quindi non entrare ogni volta anche nel concetto di cotesti oggetti. Solo però che la spontaneità del nostro pensiero esige, che questo molteplice sia dapprima in certo modo penetrato, raccolto e unificato, per cavarne quindi una conoscenza. Questo atto io lo chiamo sintesi.

Ma intendo per sintesi, nel senso più generale di questa parola, l’atto di unire diverse rappresentazioni, e comprendere la loro molteplicità in una conoscenza. Tale sintesi è pura, se il molteplice è stato dato non empiricamente, ma a priori (come quello nello spazio e nel tempo). Prima di ogni analisi delle nostre rappresentazioni, queste già devono esserci date, e nessun concetto per il suo contenuto può nascere analiticamente. Ma la sintesi di una molteplice (data empiricamente o a priori) produce una conoscenza, che può certo, a principio, essere ancora grossolana e confusa e, per conseguenza, aver bisogno dell’analisi; la sintesi è tuttavia ciò che propriamente raccoglie