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100 logica trascendentale

que determinazione geometrica a priori di esso sono rappresentazioni trascendentali: ma soltanto la conoscenza dell’origine non empirica di queste rappresentazioni, e la possibilità che hanno tuttavia di riferirsi a priori agli oggetti dell’esperienza, può dirsi trascendentale. Così, l’uso dello spazio degli oggetti in generale è pure trascendentale; ma, se esso è unicamente limitato agli oggetti dei sensi, allora esso si dice empirico. La distinzione dunque del trascendentale dall’empirico appartiene alla critica delle conoscenze, e non riguarda il rapporto di queste col loro oggetto.

Nell’aspettazione dunque che si dieno forse concetti che si possano riferire a priori ad oggetti, non come intuizioni pure o sensibili, ma semplicemente come funzioni del pensiero puro, e quindi come concetti, ma non di origine empirica nè estetica, noi ci formiamo anticipatamente l’idea di una scienza dell’intelletto puro e della conoscenza razionale, onde pensiamo certi oggetti completamente a priori. Una scienza siffatta, che determini l’origine, l’estensione e la validità oggettiva di tali conoscenze, si deve chiamare logica trascendentale, poichè essa riguarda semplicemente ed esclusivamente le leggi dell’intelletto e della ragione, in quanto si riferisce ad oggetti a priori, e non, come la logica generale, a conoscenze tanto empiriche quanto pure, senza distinzione.


III

Della divisione della logica generale in analitica e dialettica.

L’antica e famosa questione con la quale si credeva di mettere in imbarazzo i logici, e si cercava di portarli a tale da lasciarsi cogliere in una misera diallele, o da dover riconoscere la propria ignoranza, perciò la vanità di tutta quanta la loro arte, è questa: che cosa è la ve-