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porta a questo sesso; non è già che vi sia più amato e stimato che in altra contrada, ma esso offre il mezzo lo più usuale di produrre, nel più favorevole lume, i doni dello spirito e le eleganti maniere, cui tanto prezzo si mette in quel paese, giacchè le persone vane, a qualunque sesso appartenghino, giammai altri ameranno che se stesse: e non saranno le altre nelle loro mani che un inutile passatempo. Nondimeno, siccome i francesi sono lungi d’essere sprovvisti di nobili qualità, con questa particolarità che per entrare in esercizio, debbono essere animate dal sentimento del Bello, l’influenza delle donne vi sarebbe ben propria a dirig-

    gli uomini quello del Nobile, senza che sarebbe a temersi che le relazioni sociali divenissero bentosto fastidiose. Nulla effettivamente è sì insipido d’una perpetua dolcezza. Nei costumi francesi, altri non brigasi di domandare se il signore è in casa, ma sivvero se vi è madama? Madama è alla sua toeletta; madama ha dei vapori (specie di capricci d’un genere più elevato); madama insomma è il soggetto di tutte le conversazioni; su di lei si aggirano i menomi proggetti. Chi crederebbe per questo, che le donne sono in onore in tal paese, s’ingannerebbe d’assai? Non vi aspettate da un uomo che tratta tutti gli oggetti con una egual leggerezza, ed una eguale importanza, nè amor dilicato, nè vera stima. Per tutto l’oro del mondo, io non vorrei essere l’autore della seguente massima di Rousseau; «Che una donna non è mai altra cosa che un gran fanciullo». Ma lo Svizzero penetrante e filosofo scrivea in Francia; come apologista del bel sesso, s’indegnò senza dubbio che, in una contrada in cui le donne erano inebbriate da tanti omaggi, fossero stimate sì poco!