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nel rapporto dei sessi. 77

in amazzone e pedante; ma la natura, cui preme la sua gloria, sempre tenderà a ricondurla all’ordine primitivo.

Può giudicarsi, dietro queste osservazioni, qual possente influenza potrebbero i sessi esercitare l’un sull’altro, e quanto soprattutto sarebbe essa propria a rilevare la dignità del sesso virile, se astenendosi di secche istruzioni riguardo alle donne, più svilupparebbesi in esse quel morale sentimento, mercè il quale son esse chiamate ad osservare la nobiltà dell’uomo e le più sublimi qualità della nostra natura! Supponete che questa educazione le preparasse ancora a riguardare, con occhio di disprezzo, le smancerie de’ giovani damerini, ammettete per ultima conseguenza ch’esse non consentissero a dedicarsi che al merito vero, e giudicherete voi della forza d’azione di una tal leva sull’ordine sociale! E certo d’altronde che il potere delle loro lusinghe vi guadagnerebbe molto, poichè è dimostrato che tale incanto opera in proporzione della nobiltà delle anime che a se rende soggette, trovando le altre nella grossolanità de’ loro elementi il tristo privilegio di evitare una tal dipendenza. Ciò fu senza dubbio che indusse il poeta Simonide a rispondere, quando lo s’invitava a far sentire agli abitanti della Tessaglie le belle ispirazioni della sua musa; «Troppo rozzi son quegl’infelici, perchè possa un uomo, come son io, pervenir mai ad illudergli».

Tra i felici oggetti del conversare col bel sesso, si è stati autorizzati ad osservare che i costumi degli uomini ne divengono più dolci, più eleganti, più garbati i loro modi, e più accurato