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nel rapporto dei sessi. 73

ella non promette e che non ha d’ordinario? È assai comune l’osservare persone abbandonate a tal dilicato gusto traviarsi nelle loro vane ricerche di felicità.

Grossolano è il primo di questi sentimenti: eccitato da tutti gli oggetti, troverà per tutto onde aversi a soddisfare; il secondo è d’una natura affannosa; nel suo umore troppo esigente, non è occupato che da un oggetto, sola chimera nata da un desio irriflesso, e ch’egli adorna di nobili e belle qualità, di raro accordate a un essere solo e più di raro ancora messe in facoltà di quello che sarebbe degno di un tale possesso. Di là emergono i soprattieni apportati al legame coniugale; di là pure il ricusare ogni impegno, o ciò ch’è più deplorabile ancora, gli amari disgusti, inevitabile conseguenza d’una scelta che inganna la speranza, e che si fa scherno d’una troppo ingannevole aspettativa: accade pur sovente come del gallo di Esopo, assai sventurato per aver trovata una perla, quando un granello d’orzo gli sarebbe convenuto assai meglio.

Non ci sapremmo in questo luogo dispensare dal dire che in mezzo alle illusioni omai troppo seducenti in cui s’avvolge un tenero sentimento, non è che con molta riserva che debbe pensarsi a raffinarlo e ad idealizzarlo, se non si teme, volendo pur accrescerne l’incanto, di crearsi una sorgente di affanni e cordogli. Per poco che la cosa mi sembrarebbe possibile, io proporrei alle anime nobili di render puro, in esse soltanto, un tal sentimento sotto il rapporto delle loro abitudini e delle loro qualità che sono lor proprie, senza mai ricercare la stessa cosa in