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58 del sublime e del bello

il gentile Fontanelle per essere il lor cicerone in mezzo a roteanti stelle. Perverrei fino a pretendere che, quando esse non saprebbero nulla di tutto ciò che il conte Algarotti si è data la pena di scrivere sulle forze attraenti della materia in conformità della dottrina di Newton, non perderebbero un atomo della loro potenza. Volontieri io pure lor consiglierei di leggere la storia senza darsi briga della tattica delle battaglie, e di cercar le città su d’una carta geografica, senza estimarne le fortificazioni; giacchè l’odore della polvere da cannone sarebbe sì male per esse, come lo è pè nostri adoni quella del muschio.

Sarebbe altri tentato di credere che ispirando alle donne questo cattivo gusto, avrebbero voluto gli uomini malamente trattarle; giacchè, coll’acquisita convinzione della lor propria debolezza al cospetto della beltà, e sapendo troppo che un maligno sguardo indurrà inquietudine maggiore nello spirito loro della più intralciata quistione, pare che non abbiano condotto il sesso a simili studi, se non che per riconquistare da una parte una superiorità pronta a sfuggir loro, e dall’altra, onde lusingare, con una finta generosità, un genere d’amor proprio cui saranno sempre interdetti prosperi eventi. Primo oggetto degli studi delle donne è l’uomo in particolare e l’umana natura; la loro filosofia non istà nel ragionare; ma nel sentire. Una tal verità non saprebbe esser perduta di vista da chiunque agogna a perfezionare il loro bel naturale. Non è tanto la loro memoria che si deve por cura di coltivare quanto il loro moral sentimento, e questo pure si coltiverà meno colle generalità offerte alla loro attenzione, che mer-