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naturali ed acquisite. 49

ces, delle mostre in anelli1; è il gusto di tutto ciò ch’è misurato ed ordinato in un modo penoso, senza lasciar ravvisare uno scopo reale di utilità; de’ libri sistematicamente e con proprietà messi a livello nei scaffali d’una biblioteca, ove, ogni mattina, una testa scema li contempla in una immobile estasi, e ne gode nell’animo suo; d’un appartamento del continuo lavato e fregato, in cui i mobili son situati a guisa d’istromenti matematici in uno astuccio, ed ove un padrone senza sentimenti d’ospitalità s’offre a’ vostri sguardi con fronte austera; è il gusto, per fine delle cose rare, ma sprovviste di ogni intrinseco valore. La lucerna d’Epitteto, uno stivale del re Carlo XII, appartengono in certo modo alla scienza numismatica: sarebbe intanto altri autorizzato a temere che le persone appassionate di possedere tal genere di cose non fussero, negli studi loro, minuziosi e visionarii, e nella morale privi d’ogni sentimento per ciò ch’è bello e nobile in se stesso.

  1. Boverick, meccanico d’una destrezza e d’una perseveranza prodigiosa, fabbricò una catena di duecento anelli, che col suo catenaccio e la sua chiave pesava circa un terzo di grano. Questa catena era destinata ad imbrigliare una pulce. Egli fece una carozza che s’apriva e si chiudeva a molla, veniva tratta da sei cavalli, portava quattro persone e due lacchè, era condotta da un cocchiere ai piedi del quale stava assiso un cane, e il tutto strascinavasi da una pulce esercitata a questo travaglio. — Di simili opere intende parlare il nostro autore, senza eccettuar pure le più fine chinchiglierie, le quali meriterebbero al loro artefice ricompensa pari a quella che si meritò un soldato d’Alessandro ch’erasi addestrato a trapassare una cruna di un aco con un acino di miglio spiccato da un arco. (Il traduttore)