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al sublime ed al bello. 21

tichità. La descrizione fatta da Haller della futura eternità, inspira un dolce terrore, e quella del passato, una silenziosa ammirazione.


CAPITOLO II.

Delle proprietà del Bello e del Sublime,
principalmente nell’uomo.


L’intelligenza è sublime: lo spirito è bello. L’arditezza è grande e sublime: picciola è la destrezza, ma bella. La circospezione, diceva Cronwell, è la virtù d’un borgomastro; la sincerità e la rettitudine sono semplici e nobili. La celia e la spiritosa lusinga sono delicate e belle. La buona grazia è la bellezza della virtù. Nobile è lo zelo disinteressato a render servigio: belle sono la politezza e l’onestà. La stima sveglia il nostro sentimento del sublime: e l’amore, quello del bello. Le persone fatte per conoscere principalmente il bello, non ricercano i loro amici sinceri, costanti e d’un serioso carattere se non che negl’imbarazzi della vita: si fanno però di preferenza circondare da esseri scherzevoli, amabili, e d’un temperamento facile ed accorto. Evvi tal uomo che stimasi veramente troppo per poterlo amare: desso ispira l’ammirazione; epperò è egli posto assai al di sopra di noi, perchè osiamo di avvicinarlo colla confidenza dell’amore.

Coloro che riuniscono in essi tali due specie di sentimenti, troveranno che l’emozione prodotta dal sublime è molto più forte che quella del bello, ch’essa termina collo stancare lo spirito, e che di essa non si saprebbe godere per lungo