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84 viaggio al centro della terra


— Ah! ci sei, Axel! rispose mio zio. Tu trovi tutto ciò splendido, giovanotto mio! vedrai ben altre cose, spero; camminiamo! camminiamo!»

Egli avrebbe detto più propriamente: scivoliamo; perchè ci lasciavamo andare senza fatica di sorta sopra la rapida china. Era il facilis descensus Averni di Virgilio. La bussola, che io consultava di frequente, indicava la direzione sud-est con imperturbabile rigore; cotesto canale di lava non piegava da nessuna banda, aveva l’inflessibilità della linea retta.

Pure il calore non aumentava in modo sensibile, la qual cosa dava ragione alle teoriche di Davy. Più volte aveva consultato il termometro con stupore; due ore dopo la partenza, non segnava che 10°, vale a dire un accrescimento di 4°. Ciò mi dava ragione di credere, che la nostra discesa fosse piuttosto orizzontale che verticale; quanto a conoscere appuntino la profondità raggiunta nulla di più facile. Il professore misurava esattamente gli angoli di deviazione e d’inclinazione della strada, ma egli teneva per sè il risultato delle sue osservazioni.

La sera, verso le otto, egli diede il segnale di fermata. Hans si assise d’un subito e noi appendemmo le lampade ad una sporgenza di lava. Eravamo in una specie di caverna in cui l’aria non faceva difetto, al contrario ci battevano in viso certi soffi che non sapevo a quale agitazione atmosferica attribuire. Nè mi affannavo a risolvere la quistione, perchè la fame e la stanchezza mi rendevano incapace di ragionare. Sette ore consecutive di discesa non si possono fare senza gran perdita di forze, ed io era sfinito; perciò udii con piacere il segnale della fermata. Hans sciorinò alcune vettovaglie sopra un masso di lava, e ciascuno mangiò con appetito; solo una cosa mi dava pensiero: la nostra provvista d’acqua era mezzo consumata. Mio zio faceva conto di rinnovarla attingendo alle sorgenti sotterranee, ma fino a quel punto non ne avevamo incontrato alcuna. Non potei trattenermi dal chiamare la sua attenzione intorno a questo argomento.

«Cotesta assenza di sorgenti ti meraviglia? diss’egli.

— Senza dubbio, ed anzi m’inquieta pure poichè non abbiamo acqua se non per cinque giorni.

— Tienti tranquillo, Axel; troveremo dell’acqua assai più del bisogno, ne rispondo io.

— E quando?

— Quando avremo lasciato la corteccia di lava. In