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54 viaggio al centro della terra

del signor Olaf Nikolas Olsen, ridotta a un 1/480,000 e pubblicata da una Società letteraria islandese, secondo i lavori geodesiaci del signor Schell Frisac, e il piano topografico del signor Bjorn Gumlaugsson. Era un prezioso documento per un mineralogista.

L’ultima sera fu passata in intima conversazione col signor Fridriksson, per il quale io sentiva viva simpatia: alla conversazione succedette un sonno agitato, almeno per parte mia.

Alle cinque del mattino, il nitrito di quattro cavalli che scalpitavano sotta la mia finestra mi svegliò. Mi vestii in fretta e discesi nella via. Lì, Hans terminava di caricare i nostri bagagli, per così dire senza muoversi e tuttavia son un’abilità poco ordinaria. Mio zio fece assai più rumore che fatti, e la guida non pareva darsi gran pensiero delle sue raccomandazioni.

Alle sei tutto fu in ordine. Il signor Fridriksson ci strinse le mani, mio zio lo ringraziò in islandese e di gran cuore della sua benevola ospitalità; io col mio latino migliore storpiai qualche saluto cordiale, poi balzammo in sella, ed il signor Fridriksson, col suo ultimo addio, mi gettò questo verso di Virgilio che sembrava fatto apposta per noi, viaggiatori incerti del cammino:

Et quacumque viam dederit fortuna sequamur.


XII.

Eravamo partiti con un tempo annuvolato, ma stabile. Non calori affaticanti da temere, nè pioggie disastrose. Faceva un vero tempo da toristi.

Il piacere di correre a cavallo attraverso un paese ignoto mi rendeva di facile contentatura sul principio dell’intrapresa; io era tutto alla felicità dell’escursionista, fatta di desideri e di libertà, e cominciavo a darmi pace.

«D’altra parte, dicevo a me stesso, che mai arrischio? di viaggiare in mezzo al paese più curioso, di arrampicarmi per una montagna notevolissima, e alla peggio di scendere in fondo d’un cratere spento! egli è certo che