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viaggio al centro della terra 13

invece di disporre le lettera una dopo l’altra, mettile successivamente in colonne verticali in modo da aggrupparle in numero di cinque o sei.»

Compresi di che si trattasse e immediatamente scrissi dall’alto in basso:

I o i, i a b
o a m c G e
t’ s i c r n!
a s a o a
m a p l ü

«Sta bene, disse il professore senza aver letto. Ora disponi le parole in linee orizzontali.»

Obbedii, ed ottenni la frase seguente:

Ioi,iab oamcGe t’ sicrn! asaoa maplü

«Benone, disse mio zio, strappandomi la carta dalle mani; ecco che ha già la fisonomia del vecchio documento; le vocali sono aggruppate disordinatamente e le consonanti pure; vi hanno anche delle majuscole in mezzo alle parole e delle virgole, appunto come nella pergamena Saknussemm.»

Io non potei trattenermi dal trovare queste osservazioni molto ingegnose.

«Ora, ripigliò mio zio rivolgendosi direttamente a me, per leggere la frase che tu hai scritto e ch’io non conosco mi basterà prendere successivamente la prima lettera d’ogni parola, poi la seconda, poi la terza, e così di seguito.»

E mio zio, con suo gran stupore, e mio più grande, lesse:

Io t’amo assai, mia piccola Graüben!

«Ehi!» fece il professore.

Sì, senza pensarvi, da innamorato malaccorto, avevo tracciato questa frase compromettente.

«Ah, tu ami Graüben! proseguì mio zio col vero tono di tutore.

— Sì... No... balbettai.

— Ah, tu ami Graüben? ripetè macchinalmente; orbene, applichiamo il mio processo al documento di cui si tratta.»

Mio zio, ricaduto nella sua contemplazione, dimenticava già le mie imprudenti parole: e dico imprudenti poichè la testa dello scienziato non poteva comprendere le cose