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viaggio al centro della terra 159

dove noi supponevamo il mezzodì. Si rivolgeva verso la spiaggia anzi che mostrare l’alto mare!

Rimossi la bussola, l’esaminai; era in ottimo stato; e in qualunque posizione mettessi l’ago, ei riprendeva ostinatamente quell’inaspettata direzione.

Però, non rimaneva dubbio di sorta, che durante la tempesta il vento s’era improvvisamente mutato senza che ce ne avvedessimo ed aveva riportato la zattera verso la riva a cui mio zio credeva di volgere le spalle.


XXXVII.

Mi sarebbe impossibile dipingere la successione di sentimenti che agitarono il professore Lidenbrock, lo stupore, l’incredulità e finalmente la collera. Non vidi mai uomo così imbarazzato da prima, poi così irritato. Le fatiche della traversata, i pericoli corsi, tutto era da ricominciare! Avevamo indietreggiato invece di andare innanzi!

Ma mio zio riprese ben presto il sopravvento.

«Ah! la fatalità mi giuoca di siffatti tiri! Esclamò; gli elementi cospirano contro di me! L’aria, il fuoco e l’acqua uniscono i loro sforzi per opporsi al mio passaggio! Ebbene! si vedrà ciò che possa il mio volere. Non cederò punto, non darò indietro d’una linea, e vedremo chi la spunterà, se l’uomo o la natura!»

In piedi sullo scoglio, irritato, in atteggiamento minaccioso, Otto Lidenbrock, simile al fiero Ajace pareva sfidare gli dei. Se non che io credetti opportuno di porre un argine alla sua fuga insensata.

«Ascoltatemi, gli dissi con fermo accento. Vi ha quaggiù un confine ad ogni ambizione, non conviene lottare contro l’impossibile. Noi siamo mal in arnese per un viaggio in mare: cinquecento leghe non sì percorrono sopra un cattivo ammasso di travi, con una coperta a mo’ di vela, un bastone per albero, incontro ai venti scatenati. Non possiamo governare, siamo in balìa della tempesta,e sarebbe impresa da pazzi tentare una seconda volta questa impossibile traversata!»

Mi riuscì di svolgere, senza essere interrotto, la serie di cotali ragionamenti incontrastabili durante dieci minuti, ma solo perchè il professore distratto non udì una sillaba della mia argomentazione.