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viaggio al centro della terra 157


Bisognava pur convenirne; in fatto d’istrumenti, non ne mancava uno; quanto agli utensili ed agli apparecchi, vidi, sparsi sulla sabbia, picconi, scale, corde, vanghe, ecc.

Rimaneva ancora da chiarire la questione dei viveri.

«E le provviste? domandai.

— Vediamo le provviste,» rispose mio zio.

Le casse che le contenevano erano schierate sulla spiaggia perfettamente conservate; il mare le aveva rispettate in massima parte; però, tutto sommato, tra biscotti, carne salata, ginepro e pesce secco, si poteva contare di aver viveri per quattro mesi.

«Quattro mesi! esclamò il professore. Abbiam tempo di andare e ritornare, e cogli avanzi vo’ dare un gran banchetto a tutti i miei colleghi dello Johannaeum!»

Da gran tempo avrei dovuto essermi avvezzo all’indole di mio zio; pure egli mi sbalordiva sempre.

«Ora, disse, rifaremo la nostra provvista d’acqua colla pioggia che l’uragano ha versato in tutti questi bacini di granito; non abbiamo da temer la sete. Quanto alla zattera, raccomanderò ad Hans di riattarla come può meglio, benchè non debba servirci, immagino!

— Che intendete di dire?

— È una mia idea, giovinotto mio; ho in mente che non usciremo per dove siamo entrati.»

Guardai il professore con diffidenza, domandandomi se non gli avesse dato di volta il cervello.

«Andiamo a far colazione,» soggiunse.

Poi che ebbe dato le sue istruzioni al cacciatore, lo seguii sovra un’altura. Quivi carne secca, biscotto e the ci offrirono un pasto eccellente, uno dei migliori, devo confessarlo, della mia vita, Il digiuno, l’aria aperta e la calma succeduta alle agitazioni, ogni cosa contribuiva ad aguzzarmi l’appetito.

Durante la colazione, chiesi a mio zio dove ci trovassimo.

«La cosa, dissi, parmi difficile a determinare.

— A determinare esattamente, sì, rispose; fors’anche impossibile, poichè in questi tre giorni d’uragano non potei tener conto della velocità e direzione della zattera; per altro possiamo rilevare la nostra posizione a un dipresso.

— Infatti, l’ultima osservazione fu fatta all’isola del geyser...

— All’isola Axel; giovinotto mio. Non rinunziare al-