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viaggio al centro della terra 155


Poi ritornò presso alle roccie contro le quali battevano i flutti, per vedere di salvare qualche reliquia del naufragio. Non potevo parlare; ero affranto per la commozione e per la fatica, e mi bisognò una buona ora per rimettermi.

Intanto continuava a piovere a diluvio, ma con quella maggior violenza che annunzia la fine degli uragani. Alcune roccie sovrapposte ci offrivano un riparo contro i torrenti del cielo.

Hans preparò alcuni alimenti che non assaggiai neppure; poi ciascuno di noi, sfinito dalla veglia dì tre notti, cadde in un doloroso sonno.

La domane il tempo era magnifico. Il cielo ed il mare si erano tranquillati di comune accordo, ed ogni traccia della burrasca era sparita. Fui tolto al sonno dalle parole gioconde del professore, il quale era in preda ad una allegria che metteva i brividi.

«Ebbene, giovinotto mio, hai tu dormito?»

Si sarebbe detto che fossimo nella casa di Königstrasse, e che io scendessi tranquillamente a far colazione, e che le mie nozze colla povera Graüben dovessero compiersi nello stesso giorno.

Oimè! Sol che la tempesta avesse gettato la zattera verso l’est, noi saremmo passati sotto la Germania, sotto la mia cara città di Amburgo, sotto la strada dove abitava tutto ciò che io avevo al mondo di caro. Quaranta leghe soltanto me ne avrebbero separato! Ma quaranta leghe verticali d’un muro di granito, e in realtà più di mille leghe di viaggio!

Tutte queste dolorose riflessioni attraversarono rapidamente il mio spirito prima che io rispondessi alla domanda di mio zio.

«Vediamo, ripetè egli, tu non vuoi dire se hai dormito bene?

— Benissimo, risposi, sono ancora affranto, ma non sarà nulla.

— Assolutamente nulla, un po’ di stanchezza, null’altro.

— Voi mi sembrate molto allegro stamane!

— Contentone, giovanotto mio, contentone! Siamo arrivati!

— Al termine della nostra spedizione?

— No, ma al confine di questo mare che non terminava mai. Ora riprenderemo la via di terra e ci caccieremo davvero entro le viscere della Terra.

— Zio, permettetemi di farvi una dimanda.