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106 viaggio al centro della terra


Ogni quarto d’ora ci bisognava fermarci per prendere un riposo necessario e ridonare ai nostri garetti la loro elasticità. Ci assidevamo allora su qualche sporgenza colle gambe penzoloni; cianciavamo mangiando e ci dissetavamo al rigagnolo.

S’intende che in questo crepaccio, l’Hans-Bach s’era fatto cascata a danno del suo volume; ma bastava ancora, e ne avanzava, a spegnere la nostra sete.

D’altra parte, non appena i declivi fossero stati meno ripidi, avrebbe ripreso il suo corso tranquillo. In questo momento mi dava l’idea del mio degno zio colle sue impazienze e colle sue collere, mentre nei lievi pendii raffigurava la calma del cacciatore islandese.

Il 6 ed il 7 luglio seguimmo le spirali di quel crepaccio, penetrando per altre due leghe nella scorza terrestre, il che formava quasi cinque leghe sotto il livello del mare. Ma il giorno 8, verso mezzodì, la fessura prese nella direzione del sud-est un’inclinazione assai più dolce di circa 45°, La strada divenne allora facile, perfettamente monotona.

Nè doveva essere altrimenti, poichè il viaggio non poteva allegrarsi degli incidenti del paesaggio.

Alla fine, il mercoledì 15, ci trovavamo a sette leghe sotterra e a cinquanta leghe circa dallo Sneffels. Benchè fossimo alquanto stanchi, ci conservavamo sani, e la farmacia di viaggio era ancora intatta. Mio zio notava ad ogni ora le indicazioni della bussola, del cronometro, del manometro e del termometro, quelle stesse che ha pubblicato nel racconto scientifico del suo viaggio. Poteva dunque rendersi conto facilmente della sua situazione. Quando mi disse che ci trovavamo ad una distanza orizzontale di cinquanta leghe, non potei trattenere un’esclamazione.

«Che hai? diss’egli.

— Nulla, faccio solo una riflessione.

— Quale?

— Questa, che se i vostri calcoli sono esatti, noi non siamo più sotto l’Islanda.

— Lo credi?

— È facile accertarlo.»

Presi col compasso le misure sulla carta.

«Non m’ingannavo, diss’io; abbiamo passato il capo Portland, e queste cinquanta leghe verso il sud-est ci mettono in alto mare.