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gli zingari nel modenese | 47 |
nus prenominatum Comitem Ioannem tam equestrem quam pedestrem cum tota ejus comitiva utriusque sexus sic vagantem et in penitentiam ibi invictam, ut asserit, peregrinantem cum carriagiis et bonis suis cujuscumque conditionis aut maneriei existant per quascunque eorum Civitates, terras, Castra et loca, passus, portas et pontes ire, transire, morari, pernoctare et redire permittant libere absque ulla solutione datii, pedagii, fundi navis, vel gabelle, eidem providendo de guidis, cohortibus, libero transitu et securo, salvi conductu semel et pluries quotiens duxerit ipse requirendi omni penitus molestia et arrestatione cessante, providentes eidem de alogiamentis juxta eorum consuetudinem. Et que si aliquo casu inter ipsos Egyptiacos differentia aliqua seu quando oriri contingerit, pro viribus operentur eos Concordes fieri, quod nobis pergratum erit. Et que seipse comes Ioannes aut aliquis de ejus comitiva damnum aliquod subditis nostris, aut possessionibus et proprietatibus nostris inferret, presentes nostre patentes littera nequaquam sibi valeant, nec ejus prodesse possint nec ipsis ullo pacto serventur, ad nostri beneplacitum valiture.
Datum Carpi sub impressione sigilli nostri magni. In fidem omnium premissorum. Die xxviii. Maj. 1485. Inditione iii.1
Per ultimo aggiungerò che in un libro di appunti fiscali dei primi anni della signoria di Alberto Pio in Carpi (fine sec. xv.), si legge una condanna contro Giovan Maria da Bràndola, perchè aveva dato molte ferite, in Carpi stessa, ad un Cingaro;2 il che proverebbe che anche gli Zingari erano allora ritenuti esseri del genere umano, e tutelati dalla giustizia comune, sentimento di carità che in pratica si dimenticò troppo spesso di poi.
E chiuderò la narrazione di quanto mi è noto riguardare gli Zingari, tra noi, nella seconda metà del sec. xv. primo della loro comparsa in Italia e nel Modenese; non ometterò di riflettere che leggi statutarie che li riguardassero, non ne ho trovato; forse perchè non esisteva la cosa da colpire per comune salvaguardia essendo la loro una dimora fra noi di transito; benchè sia molto inverosimile che alla presenza di Zingari non andassero congiunti, malefizi, e non si opponessero subito gride a pubblica difesa, come avvenne a Bologna; e lo Zingaro nemmeno è ricordato nell’altra grida contro i delinquenti dello Stato, pubblicata a Ferrara il 22 febbraio 1457, che riguardava anche Modena e Reggio.
Comunque fosse è ben sicuro che statuti di Modena e del modenese, i quali abbiano disposizioni riguardanti gli Zingari, fino a tutto il sec. xv., non ne ho trovato. Dico ciò che mi è risultato e non azzardo possibilità, perchè si tratta di uno studio che attende informazioni certe da ogni parte onde potere stabilmente affermarsi.
Sarebbe stato, nel modenese, ricordo di questo primo passaggio di Zingari, l’importazione di una specie di columbi, ora perduta,