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46 | gli zingari nel modenese |
Michaolem cum ejus comitiva tam equestrem quam pedestrem utriusque sexus sic vagantem, et in Penitentiam sic peregrinantem cum omnibus et singulis bonis suis cujusvis maneriei sint per omnes eorum terras, portus, passus, pontes, et loca, libera et absque solutione alicujus datii, pedatii, fundi navis et bolletarum, ire, transire et morari permittant, ac sibi vellint Pio Opere providere de alogiamentis juxta solitum, quodque casu aliquo inter ipsos Egyptianos diferentia aliqua, vel quando oriri contingat medio asistere velint, et pro viribus operari eos omnes Concordes reddere, ac eis providere velint de guidis choortis et salvis conductis, ubi opus fuerit, et duxerit requirendum, quod nobis gratissimum, et ad singularem complacentiam adscribemus. In quorum . . .
Notai in principio di questo capitolo come uno Zingaro avesse stabilito dimora e possedesse terre nel Carpigiano fino dal 1448, ed ora non lascierò inosservato che il nome di Cingaro fosse già, poco dopo, entrato nell’uso, o per stabilire l’origine di una persona che si nominava, o perchè fosse veramente tale; ma qui mi giova l’osservazione per indicare che uno designato con questo nome, fin dagli ultimi anni del sec. xv., occupava l’opera sua in ufficio che esigeva nomina sovrana.
Infatti l’8 gennaio 1484, il Duca di Ferrara Ercole 1°. accordava a Pietro Giovanni detto Cingaro, di porre una nave nel fiume Secchia fra il Modenese e il Reggiano all’altezza di Toano e Montefiorino, e di esercitarvi il passo.1 Queste sono notizie di scarso valore viste così isolate, ma non rimarranno tali quando si pensi che potranno essere coordinate ad altre che anche sole rivestano il carrattere di importanza assoluta. Come sarebbe un’altra lettera di passo concessa dal predetto Marco Pio il 28 maggio 1485 al ‛Conte’ Giovanni del Piccolo Egitto, che colla sua banda arrivava in Carpi nelle medesime condizioni presentate nel 147... dall’altro Conte. ottenendo gli stessi favori, come le stesse condizioni di fatto che accompagnavano il Conte Michele, cioè di un completo silenzio su di lui da parte degli storici nostri.
Perciò trascrivo anche questa Littera passus, rogata al medesimo notaio dell’antecedente.
Littera Passus, 1485.
Marcus Pius, etc. Cum nobis vir Ioannes Comes de Egypto parvo patentium ostensor peterit allodiatus cum ejus comitiva aliquibus diebus in Castro nostro Carpi in presentiarumque alio se transferre intendit cui petitioni annuere volentes, harum nostrarum serie Illm̅os quoscumque Principes et Dominos tam Ecclesiasticos quam seculares Excellentiasque Dominationes, et comunitates, nec non Magnificos Dominos, patres, fratres, Capitaneos, Vicarios, Potestates et Offitiales spectabilesque et Nobiles Amicos et benevolos omnes nostros ex corde rogamus, Officialibus et subditis nostris quibuscumque stricte percipiendo mandamus quate-
- ↑ Arch, di Stato in Modena, Reg. Dime, di Ercole P. T. V c . n°. 8.