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Ascoli,



chia ’veterana’ M I 47b, vi 9b (cfr. Arch. I 527); e finalmente si nota avemo favelá abbiam parlato M ix 63a.

La messe morfologica che da questi frammenti si ritrae, non è abondante; ma è all'incontro molto rimescolata, e non è sempre facile lo scernervi il grano dal loglio, o la provenienza dei grani diversi.

fatturadressa fattucchiera, quasi ‛fatturatrice’, M i 43a, xii 107a, è di tipo friulano (cfr. frl. menadresse, brazzoladresse)1. E tor è maschile come nel friulano (Cavalli; cfr. Pir.: torr m. campanile, torr f. torre). L'ol proclitico, ‛egli’, in che ol no po M vii 76a, quando ol stava C 1539 I, ricorda la forma dell'articolo che ha il Mainati nella combinazione int-ol nel, 112 (in tol 84, 102).

In mezzo agl'infiniti in -r alla veneziana, fa pur capolino la forma senza il -r che è del friulano e si continua nel Mainati (cfr. Arch. I 4362). Così: tu-te as fat remená M viii 92a, vate a lamentá ix 30a, tu no devevi andá 48a, vate a negá, niegá, xii 23a, va-te revoltá 59a.      Occorrono non pochi esemplari di 3.pl. del perf., ed escono prevalentemente in -reno -ren. Tutto considerato, potremo qui ripetere dalla vena friulana, così la distinzione del numero, come la qualità della desinenza (tipi friul.: amárin sintírin ecc. 3). Ma s’aggiungono anche gl'innesti letterarj. Citiamo intanto: fóren (friul. fórin) M x 73a, fóreno C xi 48a, 51a, M xi 127a, mandáreno ib., mondáreno C xi 48a, źuráreno 52b, portáreno xiii 48a, distudáreno ib., e insieme portóren xi 44b, aidóren ib.; ecc. Anche devesseno debuissent M xi 126b. La prima del futuro in -ai ha due esempj,



    pertiche) perfettamente uguale a un heredium o due jugeri, e che poi le pline si dissero campi. Questa voce vive sempre, oltre che nel friul. plina, pur nell'istriano piovina, che significa aratro; e ritorniamo al pió dei Lombardi, ecc’ Cavalli.

  1. É tuttavolta anche nel ‛Pozzo’, testo veneziano: gente plaidressa 71, piatitrice.
  2. E anche 465 n. Antico esempio veneziano per l'infinito di base sdrucciola che abbia perduto il -r, sarebbe disiroso de acrese el ben comun, iscriz., Gamba 14.
  3. Cfr. nel Mainati le 3 pl. di pres. in -em = -en (num. 144) = frl. -in: patíssem patiscono 14, sónem suonano llO; ecc. E nei suoi testi italianeggianti: coreno corrono 131, patísseno patiscono 133.