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Ascoli,
di chest las e chel 51, dal laas xvii 2 d. Questa di ‛latus’ nel Friuli parrebbe così una vita nominale più rigogliosa e prolungata di quella che egli avesse, sotto le sembianze di lez o latz, nelle Francie (v. Arch. II 422). Ma qualche dubbio, e tutt'altro che lieve, deve pur turbarci. II testo venzonese ci offriva a lat e doi las (v. Arch. II 442). Or dovremo noi ammettere che ‛latus’ vivesse a un tempo, e sotto la forma di lat, nella combinazione preposizionale o avverbiale, e sotto quella di lās nella funzion nominale? O non dovremo piuttosto pensare che il -s di las sia d’aggiunzione neo-latina? Nella seconda delle quali domande, si contengono due ipotesi diverse; poiché potrebbe chiedersi se il -s di lās sia il fattore neo-latino di particole e in ispecie d’avverbj (p. e., nel friul.: domans di mattina), o non sia piuttosto il generale esponente del plurale1. Entrambe le ipotesi possono, a prima vista, parer singolari o stentate; ma un fatto, il quale súbito le lumeggia e legittima, è intanto questo, che ladi, per ‛lato’ al singolare, sia dell'antico veneziano, come resulta assai nitidamente dagli esempj che seguono e provengon dalla Cronaca pubblicata dal Fulin (v. Arch. III 245, e cfr. IV 367): da l'altro ladi 22b né da j [un] ladi ni da l’altro 32a da ogno ladi 45a2. Nella stessa Cronaca si legge ancora: non obstante che li Zenoexi da nanzi e li Zenoexi che iera seradi in Cloza da ladi se afforzasse cum bombarde offender le galie nostre. Qui da ladi appare contrapposto a da nanzi, appare insomma un avverbio; e avvien di chiedere se l'-i vi sia analogico, promosso cioè, contro le ragioni della diversa base morfologica, dall'-í avverbiale che pur nel veneziano risuona per es. in tardi e davanti, o se non sia piuttosto l’-i di plurale. S’aggiugne, del resto, che le ragioni dell’avverbio e quelle del plurale possono toccarsi e confondersi (cfr. p. es. il friul. a-moment-s, venez. ecc. a-momenti, frappocoa; e Diez gr. II3 457). Ma nell'ordine ideologico, è egli l’av-