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Testi friulani: Annotazioni e frammenti.
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inpentidor pittore xiv 2.
intantesim trentesimo xiv 5.
iottho, una certa broda (jote), xv 11.
isgnot questa notte xvii 1 b (42).
ité gittó xvi 8 b (10).
ittaaz, gettati, sdrajati, xvi 2 b.
jestri v, iestri.
jevers lepri xix a.
jolza slitta da fieno xix a.*
jouc vedono xix a.
lado, ascia da squadrare travi, xix b. **
lartz lardo xix a.
lartz larici xix a.
las lato xv 11, xvi 8 a (21).
lávero lastra xix a.
lavureiacion lavoro xv 18.
legnár legnaja xix a.
lent legno xv 19.
letevane puerpera xv 13.
lippe fugge xvi 8 a (32).***
lisso canale formato di travi, per farvi scivolare le grosse piante tagliate sui monti, xix b.
littirum, ‛letterume’, letteratura, xvi 8 a (2).
lus l'uscio xv 1.
lus luoghi xv 1.
lútar luterano xvi 8 b (10); e dicesi d’ogni non cattolico.
mámul (fem. mámule), servo e giovanetto, xiv 5, xvi 8 a (81), xix b.
may albero di maggio xiv 5.
magl pes, cattivi o scarsi pesi, xiv 8.
malmuerio memoria xv 2.†
marlup sciocco xvi 8 a (57).
matarusse mazza xvi 3 a.
mazarota mazza xix a.
mazzarot, mazzarul, folletto, che si credeva vagare per i monti, battendo gli alberi con una mazza, xix a.††
melg milium xiv 3.
mels meli xix a.
menade da pegno, siero da zangola (pigne), xix a.
-mens, V. almens.
mesto cuinzado, pasta molle, fatta con farina di melgone e acqua calda, e poi condita col burro, xix a.
meytat metà xv 8.
miedri misura per l'olio xv 2.†††
* II bormiese ha lolza slitta; e di altre voci, che consuonano, si veda per ora lo Schuchardt, Ueb. einige fälle bed. lautw. im churw., 42. A.
** Forse l'‛ascia larga’. I riflessi del lat. ‛latus lata’ sono sempre ben vivi nei Grigioni (lad lada ecc.), v. Arch. I 9 100 146 164. A.
*** Cfr. il com. slipá sdrucciolare, fuggir di soppiato, sguizzare, nap. allippare svignarsela, e altre voci che consuonano, in Mussafia, o. c., 106n. A.
† Cfr. Arch. I 423.
†† Cfr. Mussafia, o. c., s. mazaruol, e Flechia nel 1. c. A.
††† miedri non puó non corrispondere a ‛metro’, ed è ben notevole, com'è ben regolare, questa elaborazione vernacola dell'antica parola (mḗtro-μέτρο-). Quanto alle norme della riduzione, v. Arch. I 489 506-7. Vero è, che secondo la regola dell'ultima evoluzione friulana, il d, poichè succede all'accento, dovrebbe tacere (viéri *vet[e]r-o, piére petra, allato a vedrán pedrád, ecc.; ib.,