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Joppi,
4. Celebrazione di matrimonio.
[Dagli atti del notajo Ermacora Bonomo, di Billerio, anno 1354;
nell' Archivio notarile d’Udine.]
Verbum quod fit quando aliquis desponsat uxorem.
In nomine Patris, Filij, et Spiritus Sancti amen. In prima mentre e lo si e divignudo da Dio e dala sancta mare madona sancta Maria e de li XII apostoli e di tuti li sancti e di tute le sancte e di tuta la cort di cel, da li quali si diven tuti li donoi e tul [sic] beni e tute le gratie chi noi avemo in questo mondo e po si e stado piasamento dali amisi da una parte e dal altra a qua al honor di Dio e dela mare soa congregadi e asunadi e si che ve digo e prego chi sel fosi nisuna persona a qua od altro che savese per nisun modo over causone d'enzegno, da rasone over di fato o per parentade per impromisione che alguni de lor avese impromitudo a nisuna altra persona: per le qual chose lu matrimonio non podese divignir, che lo debia dir a qui et in presente di caschun omo e chi se lo lo dise da qua inanzi e lo no li vignirà cridudo e dir noi pregaremo Dio e la soa mare vergine Maria che lu dia gratia di viver un con l'altro a lungi tempi e di far con le cose che sia honor dal corpo e salvamento da la anima e di far fioli e fiole chi sia servidori di Dio. — Et tunc dic sic: — Dona Berta laudavo Martin fiolo di Sabadin per vostro legitimo sposo e marido segondo comanda
- ↑ A questa strofa sono aggiunte le seguenti parole, forse a guisa di varianti, senza che si veda come debbano andare collocate: e di tascheti e di fiori darotini milli paghi.