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Testi italianeggianti del Friuli: Secolo XIV.

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2. Canzone in morte di Bertrando Patriarca d'Aquileja1.

[Leggevasi in fondo a un protocollo, ora smarrito, degli anni 1345 e 1346, il quale faceva parte dell' Archivio Comunale di Tolmezzo ed è ricopiato nell' Archivio Capitolare di Udine, Vol. XXXII, Mss. Bini, Varia.]


1350-1.


Al nome de Christo e de Sancta Mari
   Or m'ascholtate tenz in cortesja
   El lamento de la chasa d'Aquileja
                      tuti quanti,
D'una dolosa pena congrua e plana
   Del nobel Patriarcha Ser Beltramo
   De quel Signore ch'á lu so sangue sparto
                      sul camino.




Archivio glottol. ital., IV.

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  1. Bertrando di San Genesio, francese, succedeva l'anno 1334 a Pagano della Torre nella sede patriarcale di Aquileja. Benchè in età avanzata, diede prove, durante il suo governo, di non comune energia, congiunta a saggezza e bontà d'animo singolari. Volendo egli frenare le continue guerre che i Castellani del Friuli movevano tra loro e contro il Principe comune, s'attirò l'odio di codesti ribelli; i quali, uniti al Conte di Gorizia, attesero armati il loro vecchio Patriarca e Signore sui prati della Richinvelda alla destra del Tagliamento, il 6 giugno 1350, mentre da Sacile egli ritornava a Udine, circondato da pochi e fidi amici. Nel breve combattimento, restò ucciso il Patriarca con parte de' suoi seguaci, altri de’ quali, come Federico di Savorgnano e Gerardo di Cuccagna, de' maggiorenti del Friuli, rimaser prigionieri. II corpo di Bertrando fu ricevuto in Udine, dal clero e dal popolo, colla massima pompa e collocato nel Duomo dedicato a S. Maria, ove ancora si venera col titolo di Beato.
    Nell'ottobre del 1350, papa Clemente VI innalzò alla Chiesa di Aquileja Nicolò di Lussemburgo, fratello dell’Imperatore Carlo IV. Nicolò non ne prendeva possesso se non il 21 maggio dell'anno seguente; ma sua prima occupazione fu di vendicar l'antecessore; e prima che finisse il 1352, molti castelli de' nemici di Bertrando erano atterrati e molti de' suoi aggressori spenti dal carnefice.
    La lingua della rozza e toccante Canzone, che oggi vede per la prima volta la luce, sa decisamente di friulano, e dovremo perciò attribuirla a autor friulano. Fu composta súbito dopo la nomina o la venuta del Patriarca Nicolò, e quindi fra l'ottobre del 1350 e il maggio del 1351, prima che questi desse principio alla terribile vendetta, a compir la quale, dice la Canzone, egli era stato eletto dal Papa, per eccitamento dell'Imperatore.