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riflessi sono più coloriti e più profondi. Io la vorrei sempre come in «Romanticismo» e in «Pace», due bozzetti in cui la fine sobrietà lascia navigar la mente in un mare di fantasie donandole più godimento di una lunga lirica o di un poema ingegnoso dopo i quali non resta più nulla da indovinare. Udite, signorine:

PACE

        Strani su l’acqua cheta
        L’ombre formando vanno
        Intrecci; una segreta
        Storia quell’ombre sanno.
Passa la luna lieta,
Le immobili alghe stanno;
La storia del poeta
Non esse tradiranno.
        Si riuniron lente
        Sovra la testa bruna
        Ch’or posa dolcemente
Nel molle greto. Alcuna
Sul bel fronte pallente
Cura più non s’aduna.

Il dramma di quelle ombre conscie e mute, che traspare appena dalla breve poesia come il delitto da una poetica leggenda, evocandoci fronde e mormorii intorno a una pallida parvenza, suscitandoci una pietà strana per un ignoto martirio, ci scuote, non è vero? come un’arma corrosa trovata per caso in un’aiuola fiorita. Leggiamo ora questa, che io, non so bene perchè, prediligo:

ROMANTICISMO

Piegò la bella dama
La bianca fronte austera:
In atto di preghiera
Giunse le mani e: M’ama,