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che le famiglie numerose e casalinghe sanno veramente, esse, tutta la mite bontà delle serate invernali. Sparita la bianca tovaglia, il tappeto si popola di cestelline, di libri, di cartelle, di giornali, di giuochi. I bambini fanno gli ultimi schiamazzi prima di sedersi a fare il còmpito di scuola o di andare a letto. Il nipotino più assennato o la signorina più amabile, si accingono a far la partita alle carte colla nonna. Gli uomini accendono il sigaro, le signore si scaldano un momento in crocchio al caminetto, prima di mettersi alle loro occupazioni serali. È il momento delle discussioni, delle chiacchiere vivaci. L’ultimo numero della rivista letteraria o del giornale di moda circola; le testoline si accostano, i nasi maschili s’intromettono, le celie impertinenti volano. Qualche mamma, sola, rimane un momento in silenzio, con le braccia conserte e la fronte china, pensando a un caro lontano; qualche volta è l’immagine d’un perduto che passa nell’attimo silente, nel sospiro, nell’eloquenza d’uno sguardo...

15 Febbraio

Ho letto un sublime lavoro di Edoardo Schurè: Le drame musical. La prima parte tratta dell’estetica nell’arte in generale; la seconda è quasi tutta occupata dall’opera Wagneriana. Ma non è punto inaccessibile nè gravoso. È un ricamo che uno fra gli ingegni più illuminati dei nostri tempi ha voluto fare sulla trama di tutto il bello, fiorito da secoli nelle immaginazioni colorite dai tempi. Un lavoro di mago sulla concezione d’un titano. Ah che bellezza! Le favole diafane e leggiadre dell’antica Grecia ci passano sul capo, e le danze e l’armonia.