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trasporta troppo spesso vicino alle... cascine? — Perchè quella predilezione per un’immagine già sfruttata completamente dal De Amicis in un verso solo della sua migliore poesia «Come vorrei morire» nell’ultimo splendido verso:

«Col sole in fronte ed una palla in core»


dopo il quale, tutti questi del signor Checcucci: «Col fuoco ai fianchi e con la luce in testa», «Col genio in testa ed il coraggio in cuore», «Con la porpora ai labbri e il riso agli occhi», «Coi cori a rango e coi vessilli in testa», ecc. non sono che parodìe? Peccato! Forse se il poeta della Vita si contentava di cantarci i miti e le leggende e i simboli degli elementi, dei regni della natura, dei paesi del sole, invece di farci della cosmogonìa, della cosmologia e dell’archeologia da trattato scientifico, l’Italia esulterebbe oggi per una originale e artistica creazione di più. Così come è, i bei versi vigorosi, iridati e fluenti cingono un’aureola al loro cantore: ma temo forte che i vapori terrestri, stagnanti, finiranno per offuscarne la luminosità. In alto dunque, e voli: abbracci un po’ meno e idealizzi un po’ più e perdoneremo volentieri all’angelica farfalla di non essere un elefante. Dal grandioso che sbalordisce, al grottesco che attira il frizzo, il passo è così breve!