è tutta di avvertimento amoroso e severo come di un amico eletto. Un altro finissimo sentimento di pietà riguardosa, lo Stecchetti mette nel cuore e sulle labbra della donna amata:
Questa notte in battello in alto mare
Del mondo ci eravam dimenticati;
Ci dicevamo le parole care
Che san soltanto dir gl’innamorati
. . . . . . . . . . . . . .
Quand’ella tacque, da un pensier colpita,
E dall’òmero mio la testa bionda
Improvvisa levò come atterrita,
E colla faccia stranamente fissa
Nella notturna tenebra profonda:
Taci — mi sussurrò — laggiù c’è Lissa!
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Eccovi per ultimo un accento vigoroso e splendido di vita e di verità:
E pur mi sento nel cervello anch’io
Qualche cosa che vive e che lavora;
E pur quest’aura che il mio volto sfiora
L’alito par dell’agitante Iddio!
Talor, cedendo a’ sogni miei, m’avvio
Per floridi sentier che il mondo ignora;
Salgono i canti alle mie labbra allora
E spero e credo nell’ingegno mio.
Ma quando il dubbio mi risveglia, quando
Via per la nebbia del mattin tranquille
Sfuman le larve che seguii sognando,
Colle man mi fo velo alle pupille
E mi guardo nel core, e mi domando
Sono un poeta o sono un imbecille?
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