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La spontaneità dell’ispirazione, la nitidezza melodiosa della forma fanno di questa una delle migliori liriche del De Amicis. E che mondo palpita nella mite sincerità della trama! Quelle ombre di giovani alberi che danzano sulla parete intonacata, quelle folate d’incenso uscenti dalla pace semibuia della sacrestia, quel pispigliare d’uccellini, lo stormire delle viti che rampicano ed origliano all’inferriata, gli odori del legno, del grano, e quella zappa risonante ritmicamente nell’orto — oh candida, dolce, antica ed eterna poesia delle Egloghe — la vera sapiente sei tu!
Ma Edmondo De Amicis è innanzi tutto uno spirito bellicoso. Alla zampogna di Pane egli preferisce i canti di Tirteo — canti incitanti alla pugna, non importa quale — anche, forse, la guerra alla guerra. Non indugiate sul bisticcio; piuttosto ascoltate: