Da i sassi a’ marmi volano volano
stridendo i falchi da cinque secoli;
e sotto si frange spumando
la marea de le incalzanti vite:
e tu pur sempre la fronte nitida
levando al cielo, gentil miracolo,
come l’arte splendi sereno,
come l’arte sempiterno splendi.
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Ave, Firenze, dolce austerità inghirlandata di rose, anima luminosa d’Italia, ultimo sogno mio giovanile... Passiamo oltre.
Anche Guido Mazzoni gitta un fiore alla neve. La Nevicata del Praga è forse più vera, ma questa è sommamente artistica. Uditene un poco:
Mite è la neve. Scende leggera da un cielo di perla
come il piovente fiore de’ biancospini;
silenzïosa scende, s’aggira, sussulta volando
come farfalle presso la siepe nova.
Sopra le vie fangose, su le arse campagne da’ ghiacci
morbida e bianca scende la neve pia,
ed al maligno inverno che insulta le terre domate
tanto squallore splendidamente cela.
Crescon per lei sicure le timide punte del grano:
sperano il raggio de’ rinfiammati soli:
cresce per lei la speme di messi fiorenti; e il colono
sogna la falce tra le mature spiche.
Guarda il fanciullo ai vetri che ’l fiato fumante gli appanna,
forti trastulli dona la neve a lui:
guarda a la lente il dotto; di stelle e di gelidi fiori
studio invocato dona la neve a lui.
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