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genza della forma che i vecchi e sommi maestri m’appresero ad adorare: ma vivendo adesso con lui qualche ora d’intimità spirituale, la fragile e fresca flora di quell’anima di poeta ha adornato la mia anima d’un’insolita primavera, una primavera mite e triste come veduta tra i languori della convalescenza...
Ah quante fantasie mi susciterebbe ancora il pallido cantore! Ma lo spazio incalza: non c’è più posto che per un’ultima nota — la nota eloquentissima d’un sentimento femminile. Essa vibra nella raccoltina che ha il grazioso titolo di Domus-Mundus:
La bella mano gli posò sul crine |