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Centuplica le tue libre d’amore,
Ti stempra anima mia, ti stempra in canti,
È nato il bambinello
Candido, vispo, vigoroso e bello.

È nato il bambinello, il sospirato,
Il messia della placida casetta:
Egli è là, nella culla è già raccolto,
E gli han vestita già la camicetta;
La camicetta bianca,
Con due vaghi ricami a destra e a manca.

Egli è là: sul suo pallido visino
Tutti i sogni del cielo ho già sognati;
Credo agli angeli adesso, agli angioletti
Di vaghe aureole bionde incoronati...
Volumi, io vi saluto,
Imparai l’universo in un minuto.

E più innanzi:

Volin le nuvole
Brilli il sereno!
Dacchè cullandoti
Su questo seno
Vi scende il gaudio
Dal paradiso,
Più non interrogo
Che il tuo bel viso!

Quel viso candido
Dai capei d’oro
. . . . . . . . . . . .
Quel viso candido

Con quel nasino
Che sembra un pètalo
Di gelsomino:
Con quelle piccole
Guancie di rosa,
Parenti prossime
Della mimosa.

Oh, quando in braccio
Della nutrice
Il tuo ti coglie
Sonno felice,
E il capo dondoli
Come un vecchietto
Che sogni il ciondolo
Del suo berretto;

Quando, le deboli
Braccia incrociate
E le finissime
Mani allargate
Al par di un monaco
Fuor dal cappuccio,
Mi osservi attonito
Dal tuo lettuccio

Senti: io risuscito
Le ricordanze,
E per le cèrule
Mie lontananze
Ricerco l’èsule
Che fu me stesso,
Il bimbo, il giovane
Che un padre è adesso
. . . . . . . . . . . .