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d’oro nell’olezzo della flora primaverile, voi forse preferite il primo cavaliere che si appaga di una giovinezza inghirlandata di fiori; o anche, se siete vivaci e fiere, può sorridervi nella fantasia il guerriero che si slancia alla conquista della gloria per rendersi più degno dell’amore; ma che numerosa schiera di anime dolenti e ferite, quelle che tollerate male nella vostra compagnia, signorine, perchè v’annoiano o v’immalinconiscono, quelle che passano silenti nella vita senza gloria e senza amore, si sentono baciate da quell’anima solitaria che si dilatava sconsolatamente nell’ombra!...
Affrettiamoci un poco, ora, a riguadagnare il tempo speso, non perduto. Ecco due sonetti che vi daranno un’idea esatta della vaghezza melodiosa e lieve della poesia del Panzacchi, che mi par sempre cantata fra il verde melanconico del purgatorio dantesco da voci spirtali e penitenti:
PAESAGGI
I Non sussurrava un alito di vento |