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spira una letizia lustrale; quelli del «Calendimaggio» tutti odorosi delle rose fiorentine; quelli di «Montenero» scultorei: trovo mestamente leggiadra la «Ballata d’Autunno»; creata da un’ispirazione assai felice la «Quercia abbattuta». Molte bellezze s’incontrano pure nell’«Epistola Senese» in cui il Medio Evo è evocato efficacemente in un’ottava sola:
O sogni! o poesia! Sazie di stragi |
Stupenda anche — sopratutto perchè è forte e vibrante d’un non so che di pietoso per l’irrequietezza umana — l’ode «Varcando gli Appennini». Altre due poesie, due sonetti, emergono pure dalla raccolta perchè trasfigurati da un turbamento gentile che dona loro una beltà tutta spirituale. Sono nel ciclo «D’oltremare». Eccone uno:
III.
Ma io, di notte, quando la campana |