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a che i bambini non manchino ai loro obblighi di civiltà, mentre pare si abbia fretta d’abbreviare e d’immalinconire l’infanzia ordinandola in una piccola società costituita che dell’altra avrà riflesse le malignità, le galanterie, le ingiustizie; perchè, mentre si mandano i bambini nei piccoli balli alle gare d’eleganza, e si allevano nelle mollezze dei tessuti e delle atmosfere, si pensa così poco alla loro piccola anima che si schiude ricevendo indelebilmente l’impressione di tutto ciò che la circonda e che la farà eletta o volgare? Povere piccole anime di bimbi fin de siècle, vestiti da bambola, chi si ricorda di voi? chi vi studia? chi vi analizza? chi lascia cadere in voi il grano delle alte virtù? La governante inglese o tedesca forse? ah, no....
Purtroppo, la frivolezza e l’insufficienza della donna madre, generalmente parlando, sono grandi; ma bisogna aggiungere però che non è meno grande la sciocchezza dell’uomo che di queste vacuità gode tessere una corona giovanile per ornamento del suo ideale muliebre; non è meno grande la responsabilità sua d’una trascuranza d’indirizzo intellettuale e morale verso quella che deve esser la madre dei suoi figliuoli, verso i figli che in lui, più che in ogni altro, vedono l’esempio e l’autorità — verso la società stessa finchè s’arrogherà tutti i privilegi e tutti i diritti, considerando la donna, non come un complemento, come un accessorio della sua vita.
«Le premier devoir d’une femme c’est d’être belle» ha detto non so più che grand’uomo, e questo motto di spirito profondamente immorale, confermato e illustrato a sazietà nella vita e nell’arte dalla maggioranza del sesso forte, ha finito per diventare la divisa delle donne che non vogliono rinunciare ad essere