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Ingegnosa e verosimile l’idea del trasporto dei pacchi a domicilio per mezzo di tubi pneumatici; e, per le giornate piovose, le gran tele impermeabili che scendendo a terra trasformano i marciapiedi in altrettanti corridoi asciutti e ben illuminati. Anche fa piacere il non riscontrare in un libro d’intenti così eminentemente socialisti, nessuna invettiva, nessuna crudezza, nessuna suggestione.
«Per altre vie, per altri porti |
significano circa le parole del dottor Leete all’indirizzo di quei signori dalla bandiera rossa; e quell’aura di pace, quella compostezza serena danno al racconto un simpatico carattere elevato e fine che gli apre tutte le porte indistintamente.
Il capitolo dedicato all’eterno femminino è il migliore del volume. È un bell’ideale di emancipazione sana, onesta, vera, a cui la donna perviene per mezzo del lavoro. Essa pure appartiene all’armata industriale che non lascia se non per i doveri della maternità, e può attendere come l’uomo ad un genere d’occupazione preferito. Naturalmente sono per lei i lavori più facili e i meno faticosi — è la cavalleria del secolo ventunesimo — e la donna diventa così la vera eguale, la vera compagna, la vera cooperatrice dell’uomo.
Inorridite, rinnegatemi, amiche che passate radiose di gemme nei balli calpestando le trine da mille lire il metro, e che v’adagiate nella morbidezza degli intimi salottini esauste per un viaggio alla Sterne nelle regioni pettegole e profumate; inorridite, ma ho chiuso fra quel capitolo un desiderio e un rammarico.... Che buona salute! che appetiti! che soddisfazione pura e lieta! una stanchezza piena di sollievo, un riposo