Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 107 — |
figlio del XX secolo, per certi scavi, non gli rompe l’alto sonno nella testa. Suppongo che la tromba della Resurrezione gli avrebbe cagionato meno stupore della voce del dottor Leete che lo avvertiva garbatamente: — Siamo nell’anno 2000, signore».
Naturalmente Giuliano West crede ad uno scherzo; è impossibile che abbia tanto dormito, lui che pativa d’insonnia! Ma deve pur rendersi all’evidenza: ha proprio schiacciato un sonnellino di un secolo! e mentre gli altri osservano curiosamente quell’uomo vestito all’antica fra quelle suppellettili che fanno rivivere ai loro occhi un’era di barbarie, Giuliano si guarda allo specchio... e si trova giovine, vigoroso e sveglio più di prima. Ecco se non altro un conforto inaspettato. Ma quel povero naufrago di un altro secolo si trova pure assai solo, e non può impedirsi di pensare con rammarico alla generazione sparita fra cui erano le sue conoscenze e i suoi affetti, a quel passato che avrebbe dovuto essere il suo avvenire, alla sua fidanzata Edith. — Edith? — gli dice il suo ospite; — è la mia figliuola. — E gli presenta una bella fanciulla fresca come un fiore. Giuliano se ne innamora: e più tardi apprende che Edith Leete non è altro che la pronipote di Edith Bartlett, la sua antica fidanzata, la quale dopo averlo pianto morto per quattordici anni aveva fatto un matrimonio di riflessione. Sulle prime Giuliano le serba un po’ di rancore per questa conclusione, poi pensa che se la prima Edith non si fosse consolata, l’Edith nuova non esisterebbe, e si consola anche lui.
Questa è tutta la parte romantica che, scritta con maggior spigliatezza, arguzia e colore, potrebbe riuscire, sebben tenue, amenissima. La parte sociale del racconto è una magnifica assurdità, abbagliante e