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che gli avversari, in arte o in politica, dell’altro sesso non fanno: ci manifestammo con leale schiettezza la reciproca stima che le discordi opinioni non avevano punto scemato; ci stendemmo la mano attraverso il mare.

Molte circostanze dolorose della mia vita, la tua costante e tenera sollecitudine verso di me, affrettarono poi la nostra amicizia che si è fatta sempre più intima, sempre più soave, che ancora dura, che ho fede non dilegui mai, perchè negli elementi che la compongono v’ha dell’immortalità.

Oltre la carissima traccia di te, altre reminiscenze care e meste veggo evaporare da ogni parte di questo volume che ho composto senza saperlo, colle impressioni delle mie letture nello spazio di qualche anno, a intervalli, in un luogo o nell’altro; sempre però fra pareti santificate dai sogni, dalle lagrime, dal lavoro. Ad ognuno di questi miei scritti potrei indugiare per dirti in quale posizione della stanza era la mia scrivania quando fu composto, e che paesaggio vedevo dalla finestra, l’ora, e le emozioni che mi agitavano, e il pensiero dominante a cui molto spesso la mia opera non era legata che attraverso ad una più o meno lunga catena d’idee. Ci sarebbe, te lo assicuro, la tavolozza per un altro libro, e te ne parlerei se questa lettura fosse riservata a te. Ma agli altri, capirai, non importerà proprio nulla di saper di più.

Pure temo di non essere capace di nascondere che riordino commossa queste pagine su cui l’at-